2 giugno 2008

Carissimo Marco

IC

Carissimo Marco
Carissimo Marco,
dicono che nulla sia più triste che amare chi non ci ama più. Perché dicono "triste"? Io direi doloroso, atroce, terribile e tutti gli aggettivi che non ricordo e che non conosco.
È un pensiero che non riesco ad accettare pienamente: infatti il mio cuore è talmente ancora pieno di te che io cerco disperatamente mille appigli e mille scuse per mantenere in vita l'idea che tu mi ami ancora un poco e forse non te ne rendi conto.
Un tuo sorriso, Marco, mi basterebbe in questi giorni per farmi benedire il mondo intero, comprese quelle cose che fino a ieri detestavo.
Mi pare di non poter sopravvivere neanche per un'ora: è per questo che voglio pensare che tutto non sia finito. io aspetto ancora: imploro disperatamente un tuo sguardo, una tua parola.
Se tu, davanti ai miei accorati richiami, resti assente e muto, se i tuoi occhi non si posano con pietà sul mio cuore tremante, io dovrò allora imparare a piangere e ad amare in silenzio e nell'ombra della rinuncia. Ma sempre ti amerò e sempre piangerò per te.
Per questo ti scrivo, perché l'amore si è spento in te solo: io ti amo ancora e ho il diritto di scrivere l'ultima pagina e di accendere in te il ricordo delle nostre ore felici.
Sarebbe un delitto costruire la mia felicità sulla tua apatia e indifferenza, questo lo capisco e neppure lo vorrei, ma sarebbe altrettanto crudele abbandonare un amore che potrebbe ritornare vivo nell'avvenire.
Dimmi una parola buona, che mi faccia sperare.

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