16 maggio 2008

Non posso tacere

LXXXVI

Non posso tacere
Non posso tacere, mio adorato: ho bisogno di parlare con te anche se le tue labbra si piegheranno impazienti nell'aprire questa mia.
Tu hai premura di continuare la tua strada, hai fretta di dimenticare il nostro splendido passato, per ricominciare qualcosa che ti porti novità.
Cos'è che non ho saputo darti, tesoro? Me lo chiedo infinite volte con insistenza e disperazione, ma nulla trovo da rimproverarmi. Non sarai forse tu che non hai saputo scoprire nel mio cuore tutto il tesoro d'amore, di devozione e di immenso affetto per te?
Tu sei distratto da altri sorrisi, da altri pensieri e non ti sei mai fermato sul mio sguardo. Le tue parole e le tue promesse non hanno mai avuto allora l'accento della verità e la profondità di un vero sentimento?
Per me i giorni in cui ti stavo vicina erano giorni di immensa felicità; allo stesso modo che ora viene ogni mattino a salutarmi la tristezza.
Fino a ieri siamo stati uniti e felici e tu non pensavi che al nostro amore, ma è proprio il destino che ci ha traditi e ha spezzato la nostra bellissima unione? No, non è giusto incolpare il destino, sei tu che hai voluto così, e tu ora pretendi che il mio cuore si consoli e che io mi ritiri in silenzio.
Ma come tacere e non piangere se ho il dolore in ogni mia vena? Come posso trovare ancora bella la vita, se ho il cuore colmo di nera tristezza?
Pensa a queste cose, mio adorato, e fammi sentire ancora la tua voce.

Nessun commento: