9 maggio 2008

Mio tesoro grande

LXXXI

Mio tesoro grande
Mio tesoro grande,
mi basta guardarti negli occhi per capire che tu ti tormenti; già ti ho detto più volte quanto fai male a non dirmi nulla, in molti casi, di quello che pensi. Ma vedi, io ti conosco così bene che non puoi nascondermi neanche il più insignificante pensiero: e ho capito che ciò che tu mi hai detto un giorno, ti tormenta ancora.
Perché vuoi farti del male, tesoro? Di persone timide ne esistono migliaia e migliaia, e non sono assolutamente inferiori alle altre.
Anche l'altra volta te lo dissi, ma mi pare che le mie parole non ti abbiano del tutto rasserenato o che il loro effetto non sia stato duraturo.
Che mi importa se sei timido? Che me ne faccio di frasi galanti? A me basta il tuo amore: ti voglio così come sei, caro e adorabile, come ti ho conosciuto e sempre apprezzato.
Per me, ormai, non contano più e credo non siano mai contati, i tuoi rossori, i tuoi lunghi silenzi o i tuoi gesti impacciati. Io non li vedo, o meglio li vedo e li amo infinitamente, con struggente tenerezza.
Non crucciarti dunque di più, tesoro mio grande, pensa soltanto quanto io ti stimo, ti amo e ti penso sempre. Non ti basta allora il mio affetto e la mia ammirazione?
Perché pensare tanto, quando io ti sono vicina e sento tutto quello che pensi e non hai il coraggio di dire? Ti chiedo di aver fiducia e più confidenza in me. Questo ti potrà aiutare e ti potrà far sorridere nei momenti di sconforto.
Ti mando, con questa lettera, tutto il mio affetto, i miei baci e i miei costanti pensieri.

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