21 maggio 2008

Ma sei dunque cieco e sordo

XC

Ma sei dunque cieco e sordo
Ma sei dunque cieco e sordo, Giorgio caro? Non ti accorgi dei miei occhi pieni di lacrime?
Pare che tu provi quasi piacere a farmi soffrire: certamente per te non ha nessuna importanza il mio cuore afflitto dalla pena.
Hai voluto farmi credere e sperare, e poi, d'un tratto, per una sciocchezza, hai distrutto tutto quello che soltanto poco prima mi avevi fatto sognare.
Devo pensare, allora, che tu non hai capito nulla di me, del mio cuore e della mia sensibilità: devo pensare che tu vivi solo per te, chiuso in una corazza di egoismo che ti impedisce di guardare alla sofferenza di chi ti è vicino.
Non ti pare assurdo, per una mia frase forse avventata o anche sciocca, comportarti come tu fai? Io sono pronta, e te lo dissi subito, a riconoscere di aver sbagliato o di aver agito con leggerezza.
Ma chi di noi parla sempre in modo perfetto? Sei certo, tu che mi guardi con rimprovero dall'alto del tuo orgoglio, di non aver mai offeso nessuno con il tuo tono o le tue parole? Sei così certo di non correre questo pericolo?
Se un giorno io me ne andassi lontana da te solo perché tu hai detto involontariamente qualcosa che mi ha offeso, che cosa penseresti del mio amore?
Vedi che ora sono io la prima a venirti incontro e sono felice di farlo, felice di chiederti scusa e di avere ancora il tuo sorriso: non vorrei però che questa fosse la prima di una serie di incomprensioni che porterebbe senz'altro al nostro avvenire tristezza e stanchezza.
Pensa bene a questo, mio caro, e sappi che ti amo infinitamente e che aspetto una tua parola.

1 commento:

don Nicola Salsa ha detto...

complimenti hai proprio una bella scrittura: scorrevole e vivace.

don Nicola

http://nicoladon.blogspot.com/