29 maggio 2008

C'è stata un'incrinatura

XCVI

C'è stata un'incrinatura
C'è stata un'incrinatura, mio amore, nei nostri rapporti: è inutile negarlo e tacere ancora.
Me ne sono accorta quella sera al cinema e da allora è come se una nuvola nebbiosa circondasse ogni nostro incontro. Ho sperato che fosse questione di qualche giorno, ma vedo che purtroppo non riesco a liberarmi da questa fastidiosa sensazione. Ho fatto qualcosa che, involontariamente, ti ha offeso? Ti ho detto parole che ti hanno rattristato?
Già ho cercato nella mia memoria il motivo che può aver creato questo cambiamento, ma non ho trovato nulla di abbastanza valido per giustificarlo.
Certo tu avverti come me questo "qualcosa" di indefinibile e misterioso che ci aleggia intorno e non sai a cosa attribuirlo, oppure non ne vuoi parlare di proposito.
Se preferisci tacere perché nulla di notevole è successo, possiamo anche attendere che la nebbia si diradi: bisogna però rendersi conto di quanto succede e stare in guardia contro tutti i pericoli che corre il nostro avvenire.
Non vedi come sono tese le tue parole? Il tuo sorriso è triste, sempre forzato e innaturale, il tuo sguardo ha perso quell'allegro entusiasmo che riusciva a fare di me una ragazza felice. Possiamo anche tacere, se tu lo preferisci, a patto però che questo stato d'animo non diventi abituale e che non cambi il nostro fresco sentimento in qualcosa di logoro e stanco.
Abbiamo sempre ragionato, amore, e anche ora dobbiamo difenderci: io ti so sensibile e intelligente, ho in te la massima stima e fiducia e perciò non voglio insistere oltre.
Dovresti ora riflettere con calma, interrogare il tuo cuore, analizzare ogni tuo sentimento: te lo chiedo in nome del nostro amore, dei nostri giorni più belli, che sono certa ricordi anche tu con profonda nostalgia.

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