26 febbraio 2008

Ieri sera

XXIV

Ieri sera
Ieri sera, Franca, ho sentito una tua frase che mi ha tristemente colpito.
Ti ascoltavo mentre parlavi con la tua amica in casa di Giorgia. « Sono troppo timida e insignificante, nessuno si accorge di me... » tu confidavi, con quella vocetta che intenerisce. Ma allora, Franca, le mie attenzioni, i miei sguardi, tutti gli sforzi che faccio per farmi notare tu non li vedi?
Sono per te, allora, tanto insignificante da non prendermi neanche in considerazione?
Non mi dire che non ti sei accorta del mio amore: se ne sono accorti tutti i miei amici e le tue compagne. Lo porto scritto nello sguardo, che sono innamorato di te; e allora?
Se finora ho pensato che la tua riservatezza fosse dovuta solo al tuo temperamento di ragazza timida, ora sono costretto invece a pensare che sia soltanto fredda indifferenza.
Io per te non conto nulla, le mie attenzioni sono zero, tu ignori la mia esistenza, oppure mi tieni in così scarsa considerazione che pensi non valga neppure la pena di parlarne a un'amica.
Sono triste, Franca, triste e senza speranza. Ma tu non mi sentirai gridare la mia tristezza: risponderò soltanto se tu mi chiamerai. Mi basterà un cenno, anche breve e timido, e io capirò immediatamente. Se tu mi sorriderai correrò da te, ma se nel tuo cuore non c'è posto per il mio sentimento, non mi chiamare: io non ho nessun diritto di impormi.
Ma tutta la mia vita sarà certamente un canto di nostalgia per la felicità intravista e sognata così a lungo. Non riuscirò a dimenticare il tuo nome e il tuo viso, ti seguirò da lontano con il mio ricordo e sarò felice se ti saprò felice.
Ma dimmi che tutto questo è pazzesco, Franca, dimmi con un tuo solo sguardo che il tuo cuore trema per me e mi aspetta.

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