1 maggio 2008

Massimo caro

LXXV

Massimo caro
Massimo caro,
apro gli occhi al mattino e un pensiero mi sorride: sono innamorata, innamorata di te, e anche tu mi vuoi bene. Non è una cosa splendida? Avrei voglia di cantare, di correre: mi guardo in giro con sorpresa, con occhi nuovi, come se tutto fosse rivestito di una luce diversa e mi stupisco che gli altri non si accorgano che sono prigioniera di questo mio fantastico mondo.
Mi sento schiava di questo sentimento e ciò mi rende voluttuosamente felice, quasi mi sentissi la sovrana di un regno a tutti gli altri sconosciuto.
No, Massimo, gli altri non possono amarsi così, non si possono voler bene nella maniera in cui io te ne voglio. Tutte le creature, se così fosse, sarebbero più buone e tutte avrebbero il mio sguardo lucente e i miei gesti felici.
Noi due viviamo come fusi in una persona sola, ed è questo che ci rende così completi e al di sopra di tutto.
Tu hai svegliato nella mia anima mille segrete musiche e infinite sensazioni sconosciute: qualunque cosa accada io ti sarò sempre grata per avermi donato tanta felicità.
Vero è che quando penso alla possibilità della mia vita senza di te, il sorriso muore sulle mie labbra; ma l'avvenire è una incognita che non si può ipotecare. E noi dobbiamo trovarci forti di fronte alle brutte sorprese del destino.
Ma basta con le malinconie: penso ai tuoi abbracci, alle tue mani che mi accarezzano dolcemente il viso, e le mie paure mi fanno soltanto sorridere.
Pensami tanto, amore, tanto come io ti penso.

Nessun commento: