13 aprile 2008

Silvana adorata

LXI

Silvana adorata
Silvana adorata,
stanotte non sono riuscito a prendere sonno: il tuo viso sconvolto dalla collera più che dalla sorpresa, non mi ha dato pace. Ho sbagliato tutto: non dovevo parlare o lasciarmi trascinare a gesti incoerenti, dovevo scriverti e tutto sarebbe stato più semplice.
Ieri non ho neanche potuto spiegarmi, quando ti ho balbettato le mie scuse: tu non hai voluto sentire nulla, e le tue amare parole mi sono rimaste nella mente. "Ti credevo un amico!", mi hai detto con il pianto nella voce.
Silvana cara, sono il tuo amico, ancora te lo confermo. Ma la nostra antica amicizia è diventata per me ormai qualcosa di diverso, di più importante e forse di più duraturo.
Da qualche tempo, vicino a te, io provavo una nuova inebriante sensazione che mi spingeva a cercarti in ogni istante, a sfiorare un tuo braccio o a guardarti a lungo negli occhi. E ieri, se mi sono comportato così, è stato solo perché il mio cuore non ha più resistito: tu sei bella, Silvana, e il mio gesto non è stato altro che un atto d'amore e di dedizione.
Non ti devi offendere, mia adorata, io ho sempre per te la stessa stima e la stessa ammirazione. Ti dirò, anzi, che tutti i miei sentimenti per te, sono ora più che mai tenaci e rinforzati.
Forse, in nome della nostra vecchia e solida amicizia, tu desideravi da me un altro comportamento. Ma che importa, Silvana? Ora conosci tutto il mio amore, conosc tutti i miei pensieri e puoi meglio comprendermi.
Sono presuntuoso se penso di aver percepito anche in te un breve palpito di emozione? Forse è solo un mio desiderio per poter meglio attendere la tua risposta.
A presto, Silvana, e comprendimi.

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