28 marzo 2008

Sono giorni di festa

XLVIII

Sono giorni di festa
Sono giorni di festa, questi, mia piccola sposa; sono ore di letizia per il mio cuore.
Presto noi formeremo un destino e un mondo. È per questo che nella vigilia i miei occhi cercano il tuo cuore.
Io sento in me tutto un palpito di febbre gioiosa: ti guardo e mi ripeto che tu sei la donna meravigliosa scelta dal mio cuore ed eletta dalla mia mente. Ti sento già cosa mia, completamente affidata a me, e mi pare di doverti insegnare a camminare con il mio passo, di doverti insegnare a sperare e a credere.
Senti la mia tenerezza come ti circonda in ogni istante?
Chi ha detto un giorno, forse in tempi lontani, che il matrimonio è la tomba dell'amore? Può mai esistere frase più falsa e stupida?
A me pare la sorgente di tutti gli amori, io sento che troverò ogni giorno, con te, nuovi tesori di devozione e di comprensione. Ogni giorno ci offrirà una nuova maniera d'amare, e ogni giorno ci scopriremo migliori e più buoni.
Io ho sempre creduto all'amore e alla missione della donna accanto all'uomo; oggi sento che la mia speranza altro non era che il preludio a questa meravigliosa sinfonia che insieme incominceremo.
Non trovarmi ridicolo o troppo romantico: il mio cuore non è mai stato tanto felice e tanto impaziente; dovresti essere fiera di aver suscitato in me sentimenti di fiducia e di tanta gioiosa speranza.
Trova il tempo e la calma, te ne prego, per ascoltare queste mie parole e fa in modo che il tuo cuore possa serenamente rispondere, sgombro da ogni altro pensiero e preoccupazione.

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