23 febbraio 2008

Mia cara Elvira

XXII

Mia cara Elvira
Mia cara Elvira,
forse i timidi non hanno cuore? Forse l'amore ha bisogno di sicurezza e di disinvoltura?
Potrebbe anche essere, se tutte le ragazze guardano con più interesse gli uomini brillanti e un tantino audaci.
Ma allora come si può chiamare questo sentimento che consuma ogni mia energia e che brucia il mio cuore? Ti amo, Elvira. Ti amo, nonostante sappia con certezza di non sapertelo mai ripetere a voce; ti amo anche se mi guardi solo di sfuggita e con indifferenza.
Ti amo e non posso più tacere. È una lettera assurda, questa mia. È la lettera di un uomo senza speranze, di un uomo infinitamente triste e sfiduciato.
Ma io ti sò profondamente buona e intelligente: ed è per questo che oso chiederti aiuto. Tu non mi deriderai di certo: tu saprai guardare con occhi umani fino in fondo alla mia anima e forse mi tenderai una mano.
Il mio cuore è più sollevato, ora, e aspetta con ansia un tuo cenno.
Pensaci bene prima di darmi una risposta che potrebbe gettarmi nella più nera disperazione. Io ho pazienza e sò attendere.

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